“In the pipeline”, il nuovo report analitico sull’Oil&Gas: le differenze tra Europa e USA

20 Dicembre 2016

Il report, presentato da CDP, analizza un significativo raggruppamento di aziende del settore Oil&Gas, che in totale capitalizzano 1.200 miliardi di dollari.

Dallo studio realizzato da CDP si evince come queste società stiano affrontando il cambiamento in atto nel mondo dell’energia. Esiste una netta differenza tra Europa e USA: le imprese europee superano quelle americane per l’impegno profuso verso un futuro a basse emissioni di CO2. Le emissioni di CO2 prodotte dall’industria petrolifera e del gas rappresentano il 50% del totale a livello mondiale. Alcune società – come Saudi Aramco, Rosnet e Petrochina – non hanno risposto al questionario proposto da CDP.

“Su entrambi i versanti dell’Atlantico, comunque, le grandi aziende internazionali petrolifere e di gas hanno bisogno di vedere come si inseriscono in un sistema energetico in grado di raggiungere gli obiettivi climatici fissati nell’Accordo di Parigi. La nostra ricerca mostra che le aziende europee si sono dimostrate più attive nello sviluppo di strategie di transizione per il prossimo decennio – che ci si aspetta sarà caratterizzato da un picco della domanda di petrolio -, e stanno iniziando a implementarle”, ha spiegato Tarek Soliman, Senior Analyst, Investor Research di CDP.

La studio ha mostrato alcuni punti critici:

  • Incertezza del business: le multinazionali petrolifere sono chiamate a prendere decisioni importanti per il futuro, al fine di rendere equilibrato il loro modello di business, per esempio diversificando le soluzioni proposte.
  • Legislazione: il comparto dell’Oil&Gas sarà sottoposto a nuove forme di regolazione relative alla domanda nei settori che essa rifornisce. Per esempio, verranno fissati dei limiti alle emissioni delle automobili.
  • Efficienza operativa: le imprese perdono in media il 6% della loro produzione di gas con il gas flaring, lo sfiato e le fuoriuscite di metano.
  • Remunerazione dei dirigenti: oggi i dirigenti vengono premiati sulla base delle prestazioni aziendali relative alla produzione degli idrocarburi, ma potrebbero in futuro essere remunerate le performance legate al clima.
  • Acqua: il 40% del petrolio onshore e della produzione di gas proviene da aree di stress idrico medio-alto, con un rischio che deve essere gestito al meglio.

Il rapporto CDP è considerato dagli investitori il più importante report sui cambiamenti climatici. Con questo studio, ha ribadito la necessità che le industrie del settore dell’Oil&Gas implementino per il futuro politiche e discipline di mercato per poter garantire minori emissioni di carbonio.

 

Scheda azienda

© Riproduzione riservata

ARTICOLI CORRELATI

capacità rinnovabile UE

L'Unione Europea prevede un'aggiunta record di 89 GW di capacità rinnovabile nel 2025, nonostante le sfide del settore

La rapida diffusione delle energie rinnovabili è fondamentale per l'UE per raggiungere gli obiettivi climatici e ridurre la dipendenza dalle...

Liverpool Bay CCS -saipem 10000

Saipem, da Eni un contratto per la cattura e lo stoccaggio permanente di CO2 nel Regno Unito

Liverpool Bay CCS servirà il polo industriale HyNet, situato in uno dei distretti industriali a più alto consumo energetico del...

inego isab

Idrogeno verde: accordo Isab, Enego e Axpo per Hynego, un progetto da 200 milioni in Sicilia

Hynego, presentato a Catania in occasione di Ecomed Green Expo del Mediterraneo, prevede la realizzazione di un impianto che fornirà...

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano in data 07.02.2017 al n. 60 Editrice Industriale è associata a:
Anes
Assolombarda

IndustryChemistry

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano in data 07.02.2017 al n. 60

Se vuoi diventare nostro inserzionista, dai un’occhiata ai nostri servizi.
Scarica il mediakit per maggiori dettagli in merito.

La nostra certificazione CSST WebAuditing

Editrice Industriale è associata a: Anes  Assolombarda