Biometano, Green Arrow Capital e Lazzari&Lucchini raddoppieranno il numero di impianti entro il 2025

7 Marzo 2024
biometano tre ponti green arrow

In occasione della tavola rotonda “Biometano: dove siamo arrivati e dove stiamo andando”, la nostra redazione ha avuto la possibilità di visitare due degli impianti appena entrati in funzione: Bio Gottolengo Solaro e CH4 Gottolengo.

 

Green Arrow Capital, uno dei principali operatori italiani indipendenti nel panorama degli investimenti alternativi, e Lazzari&Lucchini (L&L), azienda leader specializzata nella produzione di energia da fonti rinnovabili e sostenibili presenti in natura, annunciano il completamento del loro primo portafoglio di sette impianti di produzione di biometano e l’intenzione di raddoppiare con un secondo portafoglio di minimo sei asset, che entreranno in funzione entro il 2025, in linea con gli obiettivi del DM “Nuovo Biometano 2022”. 

La rinnovata partnership strategica è stata annunciata in occasione dell’evento “Biometano: dove siamo arrivati e dove stiamo andando”, incentrata sul ruolo strategico del carburante verde per un futuro sostenibile, a cui IndustryChemistry ha partecipato. 

Tra i primi investitori ad aver creduto nel biometano, a partire dal 2019 Green Arrow Capital è stata capace di creare un impatto positivo per il territorio attraverso impianti che generano a livello locale. “Questo progetto, a fianco di L&L, conferma il nostro impegno di investitore virtuoso nell’implementare iniziative chiave a supporto del processo di decarbonizzazione e indipendenza energetica del nostro Paese, e favorendo contestualmente l’economia circolare – ha dichiarato Daniele Camponeschi, Fondatore e CIO di Green Arrow Capital –  Oltre che renderci autonomi rispetto alle importazioni, il nostro impegno ha creato posti di lavoro e opportunità per investitori ed associati, generando un sistema di finanza circolare per il territorio. La combinazione dei nostri sforzi ha reso possibile la realizzazione di numerosi progetti nel campo delle energie rinnovabili, e l’entusiasmo per questo ulteriore e importante risultato ci spinge a continuare a puntare su soluzioni energetiche all’avanguardia e alla realizzazione di un nuovo portafoglio di impianti“.

Ognuno dei sette impianti ha una capacità di circa 300 Sm3/h di gas e produce biometano grazie al solo recupero di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli (come le vinacce delle uve Franciacorta) non destinati all’alimentazione umana. Nel corso del 2023 sono stati messi in funzione gli ultimi quattro dei sette impianti e, nel mese di dicembre, ha avuto luogo il perfezionamento del project financing dell’intero portafoglio.

Anna Lazzari, Presidente della Lazzari&Lucchini, risponde alle domande sui dati occupazionali e sulle tecnologie dei due impianti di Gottolengo:

Fra risorse dirette e indirette arriviamo a 500 attori coinvolti nei due impianti appena inaugurati. L’interazione fra il mondo agricolo e quello del metano è sempre molto forte: nei nostri sette impianti conferiscono indicativamente 160 allevamenti a cui vanno aggiunte 50 aziende agricole che coltivano la biomassa necessaria al funzionamento degli impianti stessi. A questi vanno sommati anche coloro che lavorano per i trasporti di questo materiale, oltre che per la costruzione e manutenzione delle strutture. Siamo fermamente convinti che la filiera italiana del biometano abbia espresso solo una piccola parte del suo potenziale e anche noi, come L&L, continueremo a crescere in expertise in questo settore, ad esempio implementando il sistema di purificazione dell’azoto: in questi due impianti lo abbattiamo almeno del 50%, in altri fino al 70%. Per il funzionamento, inoltre, puntiamo a non usare più il gas della rete, entro giugno infatti useremo solo gas prodotto internamente, con una grande efficienza dal punto di vista dei numeri. Infine, abbiamo un progetto per il recupero dell’anidride carbonica”.

biometano Bio Verola

Gli impianti di biometano che utilizzano biomasse agro-zootecniche rappresentano una risorsa per i territori coinvolti: per la loro valenza di circolarità, tutto il settore agricolo può trarne beneficioSiamo iscritti al registro nazionale dei produttori di fertilizzanticontinua Anna Lazzari negli impianti abbiamo sia un separatore che una centrifuga. La parte solida del digestato viene asciugata e diventa fertilizzante organico, una risorsa naturale che viene di nuovo resa disponibile per il suolo“.

Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, osserva che “Il digestato diventa fondamentale in termini di mineralizzazione del suolo, in quanto è utile per fissare il carbonio. La desertificazione del suolo non è data solo dalla carenza di acqua ma anche dalla mancanza di sostanza organica, e il digestato può dare una soluzione in questo senso, limitando l’importazione e l’utilizzo di concimi chimici. L’Italia può essere il primo paese a livello UE, con la collaborazione delle Università e degli Enti preposti alla verifica, a sperimentare il digestato. Inoltre, c’è ancora uno spazio enorme nell’utilizzo di ciò che viene definito come sottoprodotto, ad esempio il mais è escluso dalla produzione energetica ed è solo uno dei tanti prodotti ancora esclusi dalla valorizzazione. Il tema delle energie rinnovabili non deve essere visto in conflitto con l’attività agricola ma in sinergia alla stessa: la zootecnia italiana è la più sostenibile a livello europeo, con un dato legato alle emissioni inferiore all’8%, che diventa 5% quando si sceglie la filiera del biometano; è solo inizio del percorso, miriamo a ottenere lo 0%”.

La diffusione di un modello in cui cibo ed energia possano convivere è auspicata anche da Piero Gattoni, Presidente del CIB Consorzio Italiano Biogas: “La chiave è nella sinergia territoriale. Un euro investito nel biogas  si traduce in un euro investito in meccanizzazione agraria, fertilizzazione, digitalizzazione, precision farming. Ogni azione che si fa per l’ambiente è un’azione economica e di risparmio delle risorse in un’ottica circolare. A Brescia, ad esempio, potremmo ottenere 80 milioni di mc di metano, con 25-30 impianti, per fornire il biometano necessario per rendere in compliance le acciaierie, un progetto importantissimo per non smantellare l’infrastruttura industriale del nostro Paese“.

I benefici energetici e ambientali ottenuti complessivamente dal completamento del progetto Green Arrow – L&L sono considerevoli: 17.850.000 standard metri cubi (Smc) di biometano prodotte ogni anno che alimentano circa 1.855 veicoli, tra mezzi pesanti e autovetture, che corrispondono a 14.000 tonnellate di petrolio all’anno risparmiate, una riduzione stimata di oltre 30.000 tonnellate all’anno di CO2 e un abbattimento dei livelli di azoto superiore al 50%.

 

Gli impianti in portafoglio

 

I quattro impianti inaugurati sono:

  • Bio Gottolengo Solaro, situato a Gottolengo (BS)
  • CH4 Gottolengo, situato a Gottolengo (BS)
  • Bio Sole, situato a Montichiari (BS)
  • Gambaresca, situato a Verolanuova (BS)

che si aggiungono agli impianti già operativi:

  • Bio Tre Ponti, situato a Borgo San Giacomo (BS)
  • Bio Industria, situato a Verolanuova (BS), con produzione di BIOGNL
  • Bio Verola, situato a Verolanuova (BS)

Tutti gli impianti hanno una capacità di circa 300 Sm3/h di biometano ciascuno – pari al consumo annuo di 3000 famiglie – e trattano 50.000 tonnellate di materie prime. Per il prossimo portafoglio di impianti, nel veronese, si prevede una capacità individuale di 500 Sm3/h di biometano. Attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno, gli impianti hanno la caratteristica di essere compatti, realizzati con una componentistica modulare che garantisce facile assemblaggio e manutenzione, oltre che la continuità di esercizio. Sono composti da trincee di stoccaggio, pre-vasche e carri tramoggia di carico, digestori primari e secondari, cogeneratori e unità di upgrading. In aggiunta, l’impianto di digestione anaerobica è dotato di una sezione di trattamento degli effluenti con l’obiettivo di ridurre il carico di azoto, trasformandolo in azoto molecolare gassoso (N2). L’impianto di trattamento, a ciclo continuo, è dotato di una sezione di separazione liquido/solido, una vasca di denitrificazione, una vasca di ossidazione e vasche di stoccaggio.

In Lombardia si riutilizza circa il 90% dei rifiuti, ⅔ come materia, ⅓ come combustibile per produrre energia. Gli impianti di biometano sono oggi una solida realtà che permette di valorizzare ulteriormente i prodotti dell’agricoltura, in maniera sostenibile, ma c’è ancora molto da fare: come ha ricordato Giovanni Perrella, esperto della segreteria tecnica del Dipartimento Energia del Mase, “tantissime industrie stanno chiedendo di avere disponibilità di biometano per poter decarbonizzare i loro sistemi energetici, e avere questa disponibilità è fondamentale per garantire il prosieguo dell’attività nei prossimi anni. L’energia green degli impianti di biometano può essere un volano anche per aiutare le aziende che hanno bisogno di valorizzare meglio i loro prodotti agricoli“. 

Dalla riflessione sul biometano, emerge la necessità di integrare le fonti di stoccaggio e di favorire la distribuzione, anche grazie a delle alternative alla rete fisica, come i sistemi mobili. C’è bisogno di un maggiore sforzo delle istituzioni, per ottimizzare i costi di allacciamento per la distribuzione, e degli investitori, per creare modelli replicabili e virtuosi che permettano di tenere le risorse all’interno del Paese per favorire le industrie nazionali; il riconoscimento legato alla sostenibilità diventerà indispensabile nel certificare l’intera filiera agroalimentare, unendo energie rinnovabili, produzione agroalimentare e digestato con una certificazione di sostenibilità.

Biometano: dove siamo arrivati e dove stiamo andando”, organizzato da Green Arrow Capital e Lazzari&Lucchini nella splendida cornice di Palazzo Cigola Martinoni a Cigole (Brescia),  ha visto, oltre alla presenza di investitori istituzionali, l’intervento di primari esponenti istituzionali e del settore per un tavolo operativo e di confronto sul biometano avanzato e sull’importanza delle collaborazioni e delle innovazioni nel settore delle energie rinnovabili, e del ruolo degli investimenti. Sono intervenuti nel dibattito: Angelo Baronchelli, Presidente e Fondatore del Gruppo AB, Piero Gattoni, Presidente del CIB, Giovanni Perrella, esperto della segreteria tecnica del Dipartimento Energia del Mase, Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, Stefano Saglia, Componente del Collegio di ARERA. Per L&L, Anna Lazzari (Presidente e Fondatore) e Imerio Lucchini (Fondatore); per Green Arrow Capital Eugenio de Blasio (Fondatore e CEO), Daniele Camponeschi (Fondatore e CIO) e Giulio Barendson (Direttore Investimenti). 

biometano green arrow tavola rotonda
Da sinistra: Piero Gattoni, Daniele Camponeschi, Angelo Baronchelli, Anna Lazzari, la moderatrice dell’incontro Laura Serafini, Ettore Prandini, Stefano Saglia. Foto nel testo: impianto di Bio Verola.
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