I sensori VEGA svolgono compiti di misura complessi nella produzione farmaceutica

7 Maggio 2019
vega sensori

L’industria farmaceutica è soggetta a severi standard di sicurezza, sterilità e precisione. Nella lavorazione di prodotti farmaceutici, medicinali e acqua purissima, i sensori VEGA si contraddistinguono per la semplicità della pulizia e la sicurezza operativa

 

Nei rami industriali regolamentati, normalmente il tempo da dedicare ai singoli componenti è poco. È molto più importante che gli operatori possano fidarsi dei valori di misura e che gli strumenti di misura funzionino in maniera affidabile. Per questo, per la misura di pressione e livello un laboratorio farmaceutico italiano impiega esclusivamente sensori VEGA.

I sensori VEGA sono ottimizzati per le esigenze particolari dell’industria farmaceutica e per le applicazioni igieniche. Il design della custodia senza interstizi, i materiali e gli attacchi di processo certificati nonché le celle di misura ceramiche a secco e resistenti agli shock consentono un impiego di lunga durata.

La sicurezza e la qualità dei prodotti farmaceutici devono soddisfare standard elevati. Contemporaneamente la produzione richiede una serie di processi delicati e complessi, alcuni dei quali si svolgono ad esempio in ambienti a rischio di esplosione o sono soggetti a rigorose norme in materia di protezione ambientale. Anche l’azienda farmaceutica italiana ACS Dobfar è consapevole di questa responsabilità. ACS Dobfar, un’azienda chimico-farmaceutica privata con sede principale a Tribiano, a ca. 10 km da Milano, produce prodotti farmaceutici intermedi di alta qualità, principi attivi (APIs) e farmaci pronti per l’uso. Il core business dell’azienda è costituito dalla produzione di principi attivi e antibiotici, come cefalosporine, penicilline e carbapenemi

I processi produttivi si contraddistinguono per l’alto grado di complessità. Pertanto la produzione è monitorata da numerosi sensori. Nei serbatoi di stoccaggio e nei reattori, il livello e la pressione rappresentano i parametri più importanti. Ad attirare l’attenzione sull’azienda tedesca sono stati gli ampi riscontri positivi sul mercato degli strumenti di VEGA, la cui qualità è oggi più che mai apprezzata. ACS Dobfar li ha scelti per i nuovi impianti e gradualmente ha sostituito i vecchi strumenti con i sensori dello specialista di Schiltach, i cui prodotti sono parte integrante della produzione da più di dieci anni. «Abbiamo installato soprattutto strumenti di misura di livello delle serie VEGAPULS e VEGAFLEX sui serbatoi per le materie prime e le sostanze reflue. Dal lancio sul mercato del VEGAPULS 64 nel 2016, utilizziamo questo sensore in numerosi reattori» spiega Lino Brucoli, responsabile dell’automazione degli impianti presso ACS Dobfar.

Presso ACS Dobfar i sensori VEGA sono parte integrante della produzione da più di dieci anni.


«Impieghiamo da anni con successo i sensori VEGA in moltissimi processi e ci sono i presupposti per continuare a farlo anche in futuro.»

Un altro importante compito di misura nello stabilimento italiano è rappresentato dalla misura di pressione, per es. nelle condotte di alimentazione dei prodotti finiti nei serbatoi di stoccaggio. Il VEGABAR 82 è un trasduttore di pressione con cella di misura ceramica e  viene impiegato inoltre per il controllo dei processi di produzione e per il monitoraggio dell’azoto nell’inertizzazione. In alcune aree di processo, soprattutto in caso di impiego di sostanze altamente aggressive, si utilizza il VEGABAR 82 con attacco di processo in PVDF, guarnizioni in FFKM e membrane in ceramica. Le applicazioni vanno dalle misure sottovuoto fino a una sovrappressione di 15 bar.

 

 

Condizioni difficili nei serbatoi

Sui serbatoi di stoccaggio principali, con un’altezza compresa tra 8 e 15 m e un diametro di 2 – 3 m, sono installati una serie di sensori di livello VEGA. Gli strumenti controllano e gestiscono le più diverse quantità di prodotto. Oltre alle materie prime, nei serbatoi sono stoccati anche acidi e solventi. «Gli strumenti devono soddisfare diversi requisiti. Tutti i sensori devono avere un’omologazione ATEX. Da poco abbiamo iniziato a standardizzare gli strumenti di misura di pressione secondo SIL», spiega Brucoli.

«A livello di processi, i problemi che si presentano con maggiore frequenza nei nostri impianti sono correlati ad alte temperature, condensa e vapori gassosi risultanti da sostanze chimicamente aggressive.» Inoltre si verificano spesso cristallizzazioni e depositi di sporco sull’antenna radar. Anche i serbatoi e i reattori di per sé influenzano l’esattezza della misura di livello. Spesso le dimensioni, la geometria ed aspetti correlati al punto di installazione e alla meccanica in generale sono fattori che rendono difficile l’impiego dei sensori di livello. Allo stesso tempo alcuni reattori e miscelatori presentano turbolenze superficiali. Nonostante le condizioni avverse, ACS Dobfar e VEGA sono sempre riuscite insieme a realizzare configurazioni di misura tali da poter contare su valori precisi e affidabili.
Brucoli conclude menzionando un ulteriore argomento a favore di VEGA: «Anche in caso di guasto di uno strumento o di situazioni di misura difficili, possiamo contare sempre sull’intervento tempestivo di VEGA per risolvere il problema.»

SETTE RAGIONI PER SCEGLIERE UN TRASDUTTORE DI PRESSIONE CON CELLA CERAMICA

Il VEGABAR 82 di VEGA è il trasduttore di pressione con cella di misura CERTEC®  di VEGA in speciale ceramica zaffiro.

  • RESISTENTE ALL’ABRASIONE

La cella di misura in ceramica CERTEC® è straordinariamente dura: dieci volte più dell’acciaio inox. È in grado di gestire perfettamente le condizioni critiche come presenza di fanghi abrasivi o prodotti con sabbia; ha una straordinaria resistenza alle sostanze chimiche, alle temperature o pressioni estreme.

  • DERIVA MINIMA

I trasduttori di pressione con cella in ceramica CERTEC® effettuano una misura affidabile esente da deriva. Quando si tratta di stabilità nel lungo termine, la cella ceramica supera di molto la cella metallica.

  • PRIVA D’OLIO

Le celle di misura in ceramica sono celle a secco che lavorano senza olio del separatore come mezzo di trasmissione. Ciò le distingue dalle celle metalliche in cui la pressione giunge al sensore sempre indirettamente, trasmessa da un olio. Il vantaggio? I sensori privi d’olio escludono il rischio di contaminazione del processo e dell’intero lotto.

  • COMPATIBILITA’ CON MOLTI PRODOTTI DI PROCESSO

A differenza delle celle di misura metalliche, le celle in ceramica si contraddistinguono per una resistenza chimica a molti gas e liquidi corrosivi. Diversamente dal metallo, la ceramica si presta ad un impiego universale: dall’acqua salata ai liquidi ad alto contenuti di acidi.

  • ALTA RESISTENZA AL SOVRACCARICO

Forti pressioni influenzano il processo? Nessun problema. Rispetto alla cella metallica, la cella di misura in ceramica ha una resistenza al sovraccarico fino a 200 volte superiore.

  • PICCOLI CAMPI DI MISURA

I trasduttori di pressione con cella in ceramica misurano con precisione piccoli campi di misura, sono estremamente compatti e possono essere montati con piccoli attacchi di processo.

  • NESSUNA DIFFUSIONE DI IDROGENO

Quando l’idrogeno si diffonde attraverso la membrana delle celle di misura metalliche, reagisce con l’olio di trasmissione che si trova dietro ad essa. Il risultato è che i depositi di idrogeno determinano variazioni nelle performance di misura. La situazione è completamente diversa con le celle in ceramica: l’idrogeno non è in grado di penetrare attraverso la ceramica né di influenzare negativamente il suo ciclo di vita

Scheda azienda

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