Inquinamento: l’impianto a biomasse rispetta i vincoli di eco-sostenibilità?

27 Marzo 2020
inquinamento

Secondo le conclusioni di uno studio ENEA recentemente presentato, il riscaldamento nei mesi invernali provoca più inquinamento del traffico, soprattutto per quanto riguarda il particolato, gli idrocarburi policiclici aromatici e le diossine.

Fra i vari sistemi, la legna risulterebbe essere la più inquinante, seguita dal pellet (soprattutto se di scarsa qualità), gas naturale GPL e gasolio. Ma coi sistemi di riscaldamento a biomassa di piccola taglia (stufe, caminetti, ecc.) è possibile ottenere una combustione sostenibile e con emissioni di inquinanti contenute, nonché efficiente e sicura, se si seguono alcuni semplici accorgimenti.

 

Inoltre, l’impatto della combustione della legna può essere considerato sostanzialmente/prevalentemente “neutro” in termini di emissioni di CO2, poiché l’anidride carbonica rilasciata in fase di combustione è pari a quella fissata dalla pianta durante la crescita, perché il materiale naturale che fornisce combustibile è rinnovabile, perché lavorazione, trasporto e stoccaggio del combustibile comportano emissioni ridotte rispetto ai concorrenti fossili. Se da un lato sono quindi evidenti i vantaggi relativi al riscaldamento a biomasse, dall’altro è importante capire se l’impianto di casa (stufa o camino) è realmente efficiente in termini di eco-sostenibilità.

Per garantire una combustione sostenibile e con emissioni di inquinanti contenute, nonché efficiente e sicura e godere del fascino del fuoco, BIE Biomass Innovation Expo, la fiera biennale dedicata alle soluzioni per il riscaldamento e la produzione di energia da biomassa e combustione delle sostanze legnose, con il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente, vi propongono questi facili consigli:

  • •sottoporre la stufa o il caminetto a pulizia periodica secondo le indicazioni fornite nel Manuale d’Uso del fabbricante o dall’installatore. Provvedere alla rimozione delle ceneri e delle scorie dal cassetto di raccolta (o ceneraio) e pulire il vetro con prodotti adeguati;
  • far rimuovere, solo da operatori abilitati, le incrostazioni dall’apparecchio e dalla canna fumaria e far sostituire gli elementi refrattari danneggiati o le guarnizioni di tenuta del vetro, sempre secondo la periodicità definita dal fabbricante, dall’installatore o da regolamenti e leggi locali (che varia indicativamente da 1 a 4 anni in funzione della taglia e tipologia di apparecchio);
  • in caso di nuovo apparecchio, affidarsi a un installatore abilitato, per la messa in opera e in funzione. Evitare assolutamente il fai da te e chiedere di fare riferimento alla norma di installazione UNI 10683. Con un tecnico è opportuno verificare la possibilità o meno di installare l’apparecchio in presenza di altri generatori di calore (anche con combustibili diversi) nella stessa unità abitativa o in bagno, camera da letto o monolocale ;
  • assicurarsi sempre che le prese d’aria (generalmente ricavate in una parete comunicante con l’esterno del locale di installazione) consentano il previsto apporto di aria comburente dall’esterno verso l’interno. Verificare periodicamente che queste siano sgombre e funzionanti e che non siano state inavvertitamente ostruite;
  • utilizzare esclusivamente la biomassa prevista dal fabbricante, acquistando legna, pellet, cippato o bricchette di qualità certificata. Mai usare l’apparecchio come inceneritore domestico;
  • valutare con un professionista la necessità di sostituire il vecchio apparecchio con uno più performante sia in termini di efficienza sia in termini di prestazioni ambientali. Un vecchio caminetto aperto a legna è sempre inefficiente sotto entrambi i punti di vista perché l’evoluzione tecnologica dell’intero settore ha fatto notevoli passi in avanti. L’importante è leggere l’etichetta di accompagnamento e verificare che abbia il marchio “CE” come qualsiasi altro apparecchio domestico.

 

Fonte: MCE

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