La nuova normativa per i sacchetti biodegradabili

9 Ottobre 2017
nuova normativa sacchetti biodegradabili

È stata approvata la nuova normativa per i sacchetti biodegradabili, al fine di garantire una maggior tutela dell’ambiente

 

Le buste di plastica monouso sono state messe al bando in Italia dal 2011, poiché l’impatto sull’ambiente era ed è davvero devastante: occorrono 1000 anni prima che questi oggetti possano essere smaltiti naturalmente.

Vi erano altre motivazioni dietro questa scelta, tra cui l’eccessivo consumo per la produzione e l’essere una fonte di tossicità da bioaccumulo, per cui anche l’UE ha deciso di ridurre il consumo di sacchetti procapite fino a 40 a partire dal 2025.

In Italia, a causa di un quadro poco chiaro e dei ritardi del processo legislativo, sono comparse delle pratiche illecite che hanno reso difficile, se non impossibile, distinguere i prodotti sostenibili da quelli dannosi.

Tra queste pratiche spiccano le etichettature ingannevoli, apposte in genere sui sacchetti oxodegradabili, un particolare tipo di buste additivate con sostanze che favoriscono la frammentazione della plastica, se esposta alla luce del sole. La suddetta pratica ha generato non poche incomprensioni in riferimento alla compostabilità, poiché i sacchetti in questione tendono a frammentarsi in minuscole parti che che si disperdono nel terreno, danneggiando così l’ambiente.

I responsabili delle etichettature ingannevoli, fino a  poco tempo fa, non potevano essere sanzionati, poiché mancava un decreto interministeriale indicante “ulteriori specifiche tecniche dei sacchetti commercializzabili”, ma nella legge di conversione del decreto n. 91/2017, approvata di recente dalla Camera dei Deputati, sono presenti importanti novità, che vale la pena di approfondire.

Le nuove norme stabiliscono che a partire dal 1° gennaio 2018, in ricezione della direttiva UE sulla riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero e ultraleggero, le buste dovranno avere natura parzialmente biobased, essere biodegradabili, compostabili e non potranno più essere distribuite gratuitamente.

Nel decreto legge n. 91/2017 è anche presente l’articolo 9-bis, che affida al Conai lo svolgimento di alcune attività informative, tra cui l’elaborazione dei dati sull’utilizzo dei sacchetti e l’obbligo di apporre sulle borse elementi identificativi che forniscano ulteriori informazioni ai consumatori, indicanti: l’impatto della borse di plastica sull’ambiente, le misure per ridurne l’utilizzo e la sostenibilità ambientale delle buste biodegradabili.

Marco Versari, presidente di Assobioplastiche, ha dichiarato: “Con questa legge giunge a sua naturale conclusione un percorso virtuoso nel settore della bioeconomia e dell’economia circolare che fa dell’Italia un modello per tutta l’Europa. Questa è l’Italia di cui dobbiamo essere fieri: l’Italia che innova all’insegna di nuovi paradigmi produttivi in grado di coniugare ambiente e sviluppo, protezione del capitale naturale e creazione di posti di lavoro”.

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