Toscana modello di Distretto Circolare Verde

21 Ottobre 2021
Toscana modello di economia circolare e chimica verde

Un modello di economia circolare e chimica verde per la chiusura del ciclo dei rifiuti e il rilancio green dell’industria in Toscana

 

In Toscana ogni anno vengono prodotte 2,28 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e 10,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Oltre il 33% dei rifiuti urbani viene ancora smaltito in discarica e circa il 10% viene incenerito in impianti, in via di chiusura. La regione ha perciò una forte necessità di nuove soluzioni impiantistiche che consentano di chiudere il ciclo della gestione dei rifiuti e rispondano agli obiettivi di economia circolare e di decarbonizzazione dell’Unione Europea.

 

A tal fine, Scuola Superiore Sant’Anna e NextChem, la società di Maire Tecnimont che opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica e dell’economia circolare, propongono un modello per il rilancio green dell’industria in Toscana. Secondo Fabrizio Di Amato, Presidente Gruppo Maire Tecnimont, infatti “la Toscana ha esperienze di eccellenza e rappresenta un laboratorio ideale per una innovazione tecnologica, industriale e nel rapporto tra industria, istituzioni e cittadini. La presenza di industrie storiche da riconvertire e l’infrastruttura logistica esistente suggeriscono l’individuazione di soluzioni che possono portare la Toscana all’avanguardia nella transizione ecologica e al contempo rispondere ad esigenze di tutela e sviluppo occupazionale”.

Dal punto di vista accademico Marco Frey, Coordinatore Laboratorio sulla Sostenibilità (SUM-IDM), Scuola Superiore Sant’Anna rimarca come “La transizione verso un’economia circolare e rigenerativa richiede il contributo di imprese, istituzioni e cittadini-consumatori. La sfida è infatti impegnativa, serve una visione strategica di tipo sistemico, azioni condivise, tecnologie innovative. Alla Scuola Superiore Sant’Anna affrontiamo ogni giorno le opportunità e i vincoli connessi alle trasformazioni in corso. Lo facciamo insieme alle istituzioni, chiamate a rilanciare uno sviluppo che sia più sostenibile ed equo, e ad imprese, come NexChem, che si propongono come protagoniste della transizione”.

Basandosi sul know how e l’esperienza di un Gruppo italiano dal respiro internazionale con circa 9000 addetti e sedi in tutto il mondo, NextChem ha elaborato il modello di Distretto Circolare Verde, che potrebbe contribuire alla chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti in Toscana. Il Distretto Circolare Verde può includere diverse tecnologie per realizzare prodotti della chimica verde come idrogeno, metanolo, etanolo, dal riciclo di scarti plastici e secchi da cui estrarre carbonio e idrogeno per ricostruire molecole ‘circolari’ e a basso contenuto carbonico e per produrre idrogeno verde attraverso elettrolisi, da fonti rinnovabili.

Il modello proposto consente di riconvertire siti industriali salvando posti di lavoro e creandone di nuovi, di creare nuove filiere industriali e di ridurre la dipendenza energetica del Paese, producendo materiali che oggi vengono importati dall’estero. In parallelo crea le condizioni per avviare una fase pilota di utilizzo dell’idrogeno nei trasporti pubblici, uno degli obiettivi del Next Generation EU e dei Piani per l’energia e per il clima. La soluzione allo studio è al crocevia tra bioeconomia ed economia circolare ed è funzionale alla lotta ai cambiamenti climatici, sia per il risparmio complessivo di CO2, sia dal punto di vista del recupero dei rifiuti, con la parallela riduzione dello smaltimento finale per incenerimento e in discarica.

“La tecnologia di conversione chimica per la produzione di molecole circolari è una innovazione di NextChem che si basa su processi consolidati – afferma Pierroberto Folgiero, CEO Gruppo Maire Tecnimont e NextChem –. È una soluzione che contribuisce sia alla riduzione dello smaltimento dei rifiuti in discarica e sia alla decarbonizzazione dell’industria e dei trasporti, necessaria al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni”.

“Il deficit impiantistico italiano è cosa nota – ha aggiunto Paolo Ghezzi Coordinatore Scientifico del Master Geca della Scuola Superiore Sant’Anna –. La Toscana ha progettualità in corso per valorizzare la frazione Organica da RD, oggi al 50% destinata fuori regione, con investimenti per oltre 230 milioni. Un tema del master Geca in economia circolare. Con la necessaria riconversione impiantistica per la valorizzazione della frazione organica, la Toscana nel 2030 potrà essere autosufficiente se non addirittura garantire un surplus di capacità di trattamento con un potenziale plus economico”.

 

 

 

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